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Crescita personale e sport due facce della stessa medaglia

“ Guardava la gente con un sincero interesse e con grande benevolenza.

Aveva sempre un’aria gentile e uno sguardo divertito …

Dava sempre un senso di gioia a chi stava con lui, irradiava felicità.

Era sicuro di sè e capace di trascinare gli altri, aveva le idee chiare e un volontà ferrea”.

                                                                  ( Bernard Cornwell, Excalibur, Re Artù)

Cosa sia la crescita personale, dal mio punto di vista, è ben spiegato nelle sopra parole di Bernard Cornwell. Ricordo ancora l’istante in cui leggendo queste righe ho affermato a me stessa:

“Ecco cosa vuol dire Crescere!”.

Crescere: aumentare, svilupparsi fino a diventare adulto. (Definizione presa dal mio fido vocabolario Lazarus).

Se fosse così semplice, bhe, allora ad un certo punto tutti saremmo belli che cresciuti ed adulti, ma in realtà non è sempre così.

Crescere dal mio punto di vista è tutta un’altra storia, o meglio non è solo crescere biologicamente ma anche crescere psicologicamente.

Le due cose dovrebbero andare di pari passo, ma vi assicuro la realtà non è sempre questa.

Proprio ieri ho incontrato, dopo molto tempo, una persona a me cara, la quale parlando della sua vita e di se stessa ad un certo punto ha detto:

“ Sai Fede, sento che sono cresciuta da un paio di anni fa …. anzi sento che sto ancora crescendo …. Non si finisce mai!”.

Lei con queste semplici parole ha portato alla mia attenzione un altro pensiero per me fondamentale:

“ Crescere è un processo senza fine, un processo che ci occupa tutta la vita!”.

Crescere per me è un procedimento che coinvolge tematiche ben precise e sono:

  1. Sviluppo di una autoconsapevolezza in modo ben chiaro e definito.
  2. Sviluppare una sana abitudine al pensiero positivo, alla comprensione piena del significato del buon umore.
  3. Imparare a vivere la vita nel presente.
  4. Saper vivere il tempo in modo adeguato.
  5. Trovare soluzioni alle situazioni che ci si presentano.
  6. Imparare a gestire le aspettative.
  7. Sviluppare una buona intelligenza emotiva.
  8. Imparare a gestire le emozioni quali: Ansia Aggressività, tristezza e depressione.
  9. Indirizzarci verso emozioni salutari.
  10. Imparare a cambiare in nostro tono dell’umore.
  11. Ragionare su concetti fondamentali quali la sofferenza, il tempo, mente corpo spirito.
  12. Imparare cosa sia l’auto stima e viverla in pieno.
  13. Sapersi distrarre.
  14. Saper ricaricare le nostre energie.
  15. Sapersi motivare.

Sostanzialmente crescere in questo modo vuol dire sviluppare l’Assertività.

L’assertivo è colui che nel tempo e con molto impegno, impara a sviluppare le sopra citate qualità.

L’assertività ci permette di:

essere chiari con se stessi; rischiare nella relazione; avere fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, riconoscere agli altri il diritto di essere se stessi nei rapporti; la disponibilità a gestire in modo costruttivo e positivo le divergenze; conoscere le proprie esigenze ed esprimerle nel proprio ambiente in modo adeguato; possedere uno stile comunicativo che caratterizza un individuo socievole sicuro di sè e aperto al confronto;promuove l’uguaglianza nei rapporti umani; manifestare modalità di comunicazione che renda altamente probabili relazioni positive nell’ambiente; essere utili socialmente …

(Preso da Conoscersi Meglio; Consapevolezza e assertività; Federica Curzi; 2015; Edizione Psiconline).

… sviluppare un ottima intelligenza emotiva. (Emozioni. Un magico mondo da vivere; Federica Curzi;edizioni Psiconline; in prossima pubblicazione).

Tutto questo ha un riscontro nella vita di tutti i giorni.

Si diventa una persona impregnata nella calma, nella serenità, che sa nel suo possibile gestire la vita in modo equilibrato, questo non vuole intendere non sentire le emozioni, ma vuole intendere gestire i propri vissuti con la consapevolezza che sia possibile viverli senza essere rapiti dalle emozioni.

Quando ho rincontrato alcuni mesi fa Gianmarco, e parlando con lui delle nostre rispettive vite professionali, dopo un lungo dialogare e condividere ci è sembrato logico e consequenziale che questo aspetto del mio lavoro potesse andare di pari passo con il suo vivere la vita nello sport e nell’insegnamento di alcune specifiche discipline quali la difesa personale.

“È come se io mi occupassi della parte fisica e corporea ed tu di quella psicologica!”.

Ed eccoci qui a incastrare i due aspetti.

Anni fa ho avuto il piacere di aiutare ad organizzare un  Congresso sulla Psicologia dello Sport a Padova, un congresso estremamente interessante,  dal quale mi sono rimasti alcuni concetti basilari fondamentali sull’argomento: per essere un buon sportivo è fondamentale allenarsi sia fisicamente che psicologicamente, mi è arrivato appieno il concetto di quanto sia importante per riuscire nelle discipline sportive sviluppare alcune particolarità psicologiche , quali la gestione del dolore, la motivazione, la calma, la serenità, le aspettative, la gestione delle emozioni ecc., sostanzialmente crescere psicologicamente … sviluppare l’assertività.

Penso che a questo punto sia chiaro che sviluppare assertività sia fondamentale per diventare individui più sereni, più in equilibrio con se stessi e gli altri.

Penso anche che sia fondamentale per approcciarsi ad ogni tipo di sport e in modo particolare  per chiunque voglia intraprendere un percorso di difesa personale! 

Dott.ssa Federica Curzi, Psicologa Clinica

Stai attento ai tuoi pensieri….

Stai attento ai tuoi pensieri, diventeranno parole.
Stai attento alle parole, diventeranno azioni.
Stai attento alle tue azioni, diverranno abitudini.
Stai attento alle tue abitudini, diverranno carattere.
Stai attento al tuo carattere, diventerà il tuo destino.
(Motto dell’YMCA di Milwaukee)
Ho trovato questo motto semplicemente utile da usare come mantra tutti i giorni.
Sostanzialmente alzarsi alla mattina e ancor prima di ‘scendere’ dal letto eccoci lì a ripetere queste parole per almeno tre volte.
Poi, stiratina, giù dal letto, esercizi di rilassamento, il tram, tram, solito della vestizione, colazione … e si parte per la giornata.

Vorrei ora qui analizzarlo un attimo con maggior attenzione:

Stai attento ai tuoi pensieri, diventeranno parole….
Importante è acquisire l’abilità di comprendere appieno a cosa stiamo pensando e comprendere anche di dirigere i nostri pensieri verso qualcosa di positivo, di propositivo, perché i pensieri in ogni caso si trasformeranno in parole, verso sé stessi e narrazioni verso gli altri.

Stai attento alle parole, diventeranno azioni.
Parlare di cose positive e propositive, parlare di cose che si vogliono fare positive per sé stessi e gli altri poi porterà a fare azioni positive e propositive. Fondamentale questo per cambiare in meglio la nostra vita.

Stai attento alle tue azioni, diverranno abitudini.
Metti in pratica azioni che portano a risultati positivi, a cambiamenti che migliorano il nostro benessere tutti i giorni e voilà la tua vita sarà incentrata su abitudini sane che aiuteranno a sviluppare serenità e benessere.

Stai attento alle tue abitudini, diverranno carattere.
Metti in pratica un’ azione “positiva” oggi, domani, dopodomani e così via e queste abitudini diverranno il tuo modo di vivere la tua vita, questo porta sicuramente serenità.

Stai attento al tuo carattere, diventerà il tuo destino.
Sviluppa un modo di vivere sereno, propositivo, positivo e questo tuo modo di essere segnerà per sempre in meglio il tuo desino.

Cavilla sui tuoi limiti ed essi ti apparterranno per sempre.

Cavilla sui tuoi limiti ed essi ti apparterranno per sempre.
Una frase che mi segue fin dall’adolescenza …
La ricordo come se fosse ieri, in mezzo ad una pagina, nero su bianco:
“Cavilla sui tuoi limiti ed essi ti apparterranno per sempre …”
( Richard Bach)
Pensai …
“ Ecco il trucco, basta smettere di ricordare quali sono i miei limiti a me stessa ed il gioco è fatto!”
Ma il gioco non è stato così semplice.
Perché più decidi di non pensare più ad una cosa e più quella cosa non ti uscirà più dalla testa.
È come la storia di quell’ uomo che disse all’ altro uomo:
– Non pensare ad un elefante-
E da quel momento l’elefante non uscì più dalla testa di quell’ altro uomo!
Allora?
Allora essere consapevoli dei nostri limiti, in realtà ,aiuta,
aiuta poi a superarli!
Il mio più grande limite era la mia spiccata testardaggine, caratteristica che in assoluto mi ha infilato in molti guai e accecato in molte situazioni.
Cosa ho fatto quando finalmente me ne sono resa conto?
Ho lavorato nel cambiare la mia testardaggine in tenacia.
Quale sia la differenza?
Sostanzialmente la testardaggine, per me, è quella caratteristica che non mi permetteva di comprendere quando e come modificare i miei obiettivi,
trovandomi a perdere molto del mio tempo ed energia in cose non adatte a me, vivendo sempre in uno stato di insoddisfazione per non esserci riuscita, per continuare a provare e non farcela, senza fermarmi a domandarmi se stessi perseguendo qualcosa che, in realtà, non mi portava alla serenità.
La tenacia, trovo invece, sia una caratteristica più positiva, mi permette ora di rendermi conto quando è ora che cambi i miei obiettivi, se sono su una strada che mi porterà a star male.
La tenacia mi permette di vivere serena, perché mi permette di domandarmi se quello che sto facendo in realtà sia in sintonia con me o un mio capriccio.
Ecco che cavilla sui tuoi limiti, ora per me ha questo significato:
rifletti sulle tue caratteristiche di personalità e fermati a riflettere quali di esse ti fanno vivere serena/o e quali No, poi con molto impegno mettiti a lavorare per modificarle, trasformare, quelle NO in caratteristiche che portano ad una vita serena.
Come si fa?
Cambiando le nostre abitudini, le nostre reazioni.
Del resto non c’è un vero cambiamento se non c’è una modificazione del nostro modo di fare, nelle nostre azioni.

Suggerimenti per essere sereni …

  1. Basta darsi addosso, basta con “E’ colpa mia, dovevo, potevo, avrei dovuto fare così…, invece di ‘cosà’”.
  2. Basta dare addosso agli altri, solo perché non sono come vorremo che fossero.
    Hanno il diritto di essere se stessi e se a noi non va bene possiamo lasciarli andare.
  3. Dopo aver analizzato la situazione, cercare subito il modo di cambiare quello che non ci rende sereni, modificando noi, non pretendendo che cambi il prossimo!
  4. Non se ne può più di persone troppo e sempre serie …, Viva gli allegri, i cuor leggeri, gli spensierati a dispetto dei “problemi”!
  5. Camminare mezzora al giorno, meglio un’ ora. (Ovvio se state bene e non avete problemi di salute che non ve lo permettono!)
  6. Mantra indispensabile: ‘Sono unica/o e speciale, come del resto lo sono anche gli altri’.
  7. Passiamo molto del nostro tempo ad osservare quante cose belle fanno parte della nostra vita, non ci sono? Incominciamo a mettercele.
  8. Siamo grati per quello che abbiamo.
  9. Abbiamo cura di noi, sia psicologicamente che fisicamente.
  10. Comprendere da cosa dipende il nostro cattivo umore. E metterci in moto per vivere positivi.
  11. Lavorare sulle aspettative. Individuando quelle realistiche da quelle che non lo sono. Piccolo aiutino, sono realistiche solo le aspettative che ci riguardano in prima persona, possiamo fare i conti solo con noi e le nostre possibilità.
  12. Essere gentili con gli altri.
  13. Aiutare chi vuole essere aiutato.
  14. Concentrarsi sul presente.
  15. Smettere di ‘catastrofizzare’.
  16. Fare quello che ci fa star bene, ovvio nel rispetto degli altri!
  17. Rendersi conto che la Sofferenza fa parte della vita e non è una punizione mandataci dal cielo o da chi più preferite. Imparare a viverla come un qualcosa che esiste e che va vissuta con equilibrio.
  18. Piccolo bignami della felicità:
    • Pensiamo in termini di comportamento. Cioè smetterla immediatamente di crearci castelli in aria, dando agli altri pensieri, opinioni che pensiamo noi, che loro hanno. Guardiamo solo il comportamento e non fantastichiamoci sopra. Sono solo nostre fantasie, non la realtà!
    • Pensiamo a come risolvere i problemi.
    • Pensiamo in termini positivi.
    • Pensiamo a piccoli passi.
    • Pensiamo in modo flessibile.
    • Pensiamo al presente per migliorare il futuro.
    • Pensiamo ad aumentare la nostra autostima, impariamo ad amarci.
    • Pensiamo in modo creativo.
    • Pensiamo a come ridere e a quando piangere
  19. Muoversi nel mondo pensando che il nostro scopo principale è star bene,
    essere sereni.
  20. Trovare il lato migliore delle situazioni.
  21. Abolire dal nostro linguaggio i termini negativi, sia i termini negativi rivolti a noi, sia quelli rivolti verso gli altri.
  22. Trasformare quello che facciamo in qualcosa che ci piaccia, basta aggiungere un pizzico di umor allegro.
  23. Comprendere che la felicità intesa come serenità e differente dal piacere.
  24. Impariamo a non fare diventare le nostre emozioni “negative” un tono dell’umore, impariamo a viverle al momento e poi a ritornare alla serenità.
  25. Domandarsi ad ogni scelta da fare, ogni mattina:
    “ Quale è la cosa che oggi, ora, domani, nel futuro, mi rende felice!”.

Bidibi Bodibi Bu: Ecco la scelta che puoi fare tu!

Scegliere:

a. Distinguere e determinare, tra più cose o persone, quella che sia o ci sembri più adatta allo scopo o più conveniente alle circostanze
Assol., decidere quale sia o sembri essere, tra più cose o persone, quella più adatta o più rispondente al desiderio, alla necessità
b. Prendere, assumere, adoperare dopo aver valutato la convenienza allo scopo e alle circostanze
Prendere la parte migliore da un insieme di cose o da una quantità di materiale, separandola dalla parte meno buona, o più scadente, o inutile
(Definizioni prese dal vocabolario Treccani).

Vi starete, o meglio mi illudo, che vi starete domandando perché una psicologa inizi un suo articolo con le definizione della parola scegliere.
Poi presa pari passo dal vocabolario!
Ecco il perché.
Perché ho il sospetto che il significato non sia chiaro a molti.
Scegliere vuol dire: identificare, prendere o indicare, la cosa che meglio si adatti a noi.
Ma allora mi domando:
“Perché continuate, anzi, continuiamo a scegliere di stare male?”.
Continuiamo a scegliere il peggio, la cosa meno adatta alla nostra serenità, felicità?
Forse è arrivato il momento di riappropriarci di questa parola e del suo grande significato in modo propositivo.
Scelgo le cose, le persone, il mio stato d’umore e scelgo tutto questo in funzione del vivere bene.
Certo che se il tuo scopo è stare male, ovvio che la scelta per te migliore è in funzione a tutto quello che ti fa stare peggio.
Ma proprio non comprendo perché dobbiate voler stare male!
Mi capita, mentre esercito la mia professione, di ‘scervellarmi’ per capire quale siano i rinforzi positivi, in sostanza la convenienza delle persone che seguo a voler mantenere proprio quegli atteggiamenti che le portano a vivere il loro dramma personale.
Perché ho imparato, in tutti questi anni, che una convenienza c’è sempre. Pazzesco vero!
Pazzesco anche che spesso non ci si accorge nemmeno di essere noi stessi a mantenere certi atteggiamenti, perché in fondo, in fondo, ci va bene così, ci stiamo guadagnando qualcosa.
No, non sono impazzita, sto solo svelando l’arcano.
Il difficile poi è riuscire, dopo aver individuato la convenienza, portarla in evidenza alle persone e insieme a loro valutare, che proprio questo atteggiamento, non porta a nulla di buono, porta solo a perdurare il proprio malessere.
Arrivati a questo punto, arriva la parte ancora più difficile:
Reinventare insieme una strada più positiva e intraprenderla.
In ogni caso mi preme ricordare a me e a voi che la scelta è sempre in mano a noi.
Siamo noi e nessun altro a poter decidere se modificarci per vivere più sereni, oppure continuare a vivere in preda alle emozioni che non ci permettono di vivere sereni.
In sostanza Scegli tu se:
Voler bene o Detestare.
Sorridere o Rattristarti.
Osservare con meraviglia o invidiare.
Costruire o demolire.
Capire o giudicare.
Perdonare o infierire.
Offrire o carpire.
Ringraziare o recriminare.
Come si fa a modificarsi così tanto?
Incominciate ad agire come fanno le persone che:
Vogliono bene.
Capiscono.
Perdonano.
Offrono.
Sorridono.
Osservano con meraviglia.
Ringraziano.

Come si fa?
Imitatele, passate il vostro tempo a:

Voler bene all’altro per come è e non per come vorreste che fosse, lasciamo agli altri il diritto di essere se stessi e non un nostro burattino.

Comprendiamo definitivamente che l’altro ha le proprie caratteristiche di personalità, come del resto ce le abbiamo noi, quindi invece di passare il nostro tempo a cercare di cambiare le persone,  passiamo il nostro tempo a cercare di ascoltarle e comprenderle.

Avere un atteggiamento compassionevole a questo punto diventa facile dal momento che comprendiamo l’altro come è fatto e non stiamo lì a recriminare che non è come vorremo noi che fosse.

Concentriamoci sulle esigenze degli altri, sui loro bisogni ed aiutiamoli, uscendo da noi stessi, dai nostri Io, questo ci porterà a maggiore serenità.

Sorridiamo, passiamo il nostro tempo a sorridere delle cose della vita, concentriamoci sugli aspetti più gioiosi che ci circondano, portiamo la nostra attenzione su cose solari, divertenti, frequentiamo persone divertenti, sentiamo musica allegra, vediamo film spensierati.

Osserviamo con meraviglia gli altri, siamo felici per le cose buone che succedono loro.

‘Ri-diamo’ alla parola scegliere il suo vero significato e incominciamo da ora a Scegliere per noi atteggiamenti positivi, propositivi, e di vero rispetto.

Le emozioni un magico mondo da vivere

A volte le parole non bastano.

E allora servono i colori.

E le forme.

Le note.

E le Emozioni

(Alessandro Baricco)

Partiamo con il chiarire che le Emozioni altro non sono che quello che noi sentiamo in un dato momento. Possiamo sentire gioia, dolore, tristezza, ira, disgusto, sorpresa e paura, chiamate emozioni di base, le quali sono state apprese nel corso dell’evoluzione della nostra specie, quindi sono oramai innate, presenti in noi fin dalla nascita.

Oppure, emozioni più complesse come il rancore, l’invidia, i sensi di colpa, chiamate emozioni complesse, che si sviluppano e vengono apprese nel corso della nostra vita.

Tengo a precisare che qualsiasi emozione di base o complessa può essere tranquillamente modificata, basta apprendere un’altro modo di elaborare le informazioni e un altro modo di fare.

In sostanza le emozioni prendono vita da quello che ci accade, e con questo intendo sia quello che accade dentro di noi, ricordi, considerazioni, cambiamenti nel nostro corpo, sia da tutto quello che ci arriva dall’esterno, dalla via che ci siamo creati.

La definizione che io amo in assoluto è la seguente:

Le Emozioni sono il gran caos che percepiamo dal pianeta corpo o dal pianeta mente o da entrambe, sono un qualcosa che sentiamo dentro; ognuno di noi le percepisce in posti differenti: chi nel cuore, chi nello stomaco, chi nella faccia, chi nella testa, chi più ne ha più ne metta.

(Emozioni un magico mondo da vivere. Federica Curzi, Edizioni Psiconline).

Spero sia arrivato il concetto del gran Caos, ed è proprio questo gran caos che non ci permette di viverle con serenità, con armonia.

Per anni sono stata in loro balia, confusa, inadeguata, insomma sommersa da quello che sentivo, pronta a reagire immediatamente, pronta a scattare al loro comando! Una vita che mi ha stancata e che non mi ha permesso di amarle come avrei dovuto.

La pace con loro e con me è avvenuta nel momento in cui mi sono fermata e mi sono resa conto che non dovevo scappare da loro cercando di non sentire, anzi l’ideale era proprio il contrario, cioè incominciare a sentirle ed amarle.

Come ho fatto?

Ho per prima cosa chiarito a me stessa che le emozioni durano da pochi minuti a qualche ora, e se durano di più, le abbiamo fatte diventare tono dell’umore, cioè abbiamo fatto diventare quella emozione una caratteristica del nostro umore. Si avete letto bene abbiamo fatto diventare! Perché siamo noi con il perdurare di certi atteggiamenti mentali e comportamentali che permettiamo ad alcune emozioni di diventare un nostro modo di vedere e vivere la vita, un tono dell’umore per appunto.

Tutto bene se si parla di emozioni quali la gioia, la serenità, e via discorrendo, ma il dramma apre le sue porte se la rabbia, la tristezza, l’ansia, il rancore, la colpa, ecc, diventano uno stato normale del nostro umore.

Non si può non sentire le emozioni, ed in realtà è anche sano sentirle tutte, anche la rabbia e via discorrendo, diventa un vivere male e poco produttivo se si perdurano quelle “negative” e per me sono quelle che ci fanno vivere male: quali odio, rabbia, ansia, tristezza, sensi di colpa, rancori, ecc.

Come si esce da questo impasse?

Semplice:

  1.  È importante soffermarsi a capire come percepiamo il mondo, quali emozioni percepiamo, come viviamo queste emozioni.
  2. È importante comprendere che le emozioni sono la benzina che ci da l’energia di muoverci, di reagire, di fare qualcosa, qualsiasi cosa, quindi se perduriamo in emozioni quali la tristezza, l’energia non c’è, se perduriamo in emozioni quali la rabbia l’energia è usata per comportamenti che ci complicano sicuramente la vita, se perduriamo in emozioni quali l’ansia vivere sarà un vivere nell’incertezza e nella inadeguatezza.
  3. Compreso che sono la nostra energia, fondamentale è sviluppare quelle solari, propositive, quali l’atteggiamento positivo, il buon umore, la serenità, la calma e via così….

Per svilupparle e mantenerle ci sono molti trucchetti al riguardo, trucchetti che vi svelerò più avanti, ma giusto per accennarli un attimo : la banca dell’energie, la respirazione, meditare, camminare, fare almeno tre cose al giorno che ci rendono sereni …

Il più importante è comprendere che se le emozioni in realtà durano da pochi minuti a qualche ora, noi possiamo riuscire tranquillamente a non farle diventare un tono dell’umore, se non lo vogliamo.

Vi faccio un esempio personale, ebbene si io di natura ero una Hulka, diconsi Ulka essere umano donna con predisposizione spiccata all’incazzatura. Ero tutto il giorno arrabbiata, avevo permesso al mio carattere, allora permaloso e sensibile, di arrabbiarmi sempre con il mondo!

Ecco che compreso il trucchetto che potevo far durare poco la mia arrabbiatura, poi mi attivavo a farmela passare il prima possibile per tornare il prima possibile serena. Certo il lavoro è stato lungo e divertente a dire il vero, ho iniziato con capire chi fossi, cosa volessi e a sviluppare e mantenere per la maggior parte del tempo emozioni solari facendole diventare il mio tono dell’umore, disarcionando quelle che mi facevano vivere arrabbiata, ansiosa, triste. Oggi provo le varie emozioni “negative” e le tengo anche molto in considerazione, sono estremamente importanti anche loro sia chiaro, ma ho imparato a comprenderle e a modificarle a mio favore. Oggi le vivo come cose utili e non come piaghe cadute dal cielo!

Ansia tristezza rabbia

Ansia

Definizione:

“È uno stato di allarme, di marcata inquietudine e attesa affannosa di un pericolo imminente e indefinibile. Tale stato si associa a sentimenti di incertezza e a vissuti di impotenza.

A differenza della paura che è una risposta emozionale a condizioni di pericolo reale ben riconoscibile, l’ansia è una paura senza oggetto, compare senza che vi sia una reale minaccia riconoscibile dal soggetto.

Spesso il termine Ansia si sovrappone a quello di angoscia, anche se alcuni autori tendono a considerare quest’ultima una forma particolarmente intensa della prima.” (Manuale di Psicopatologia generale; G. Colombo; pag. 219).

L’ansia in sostanza ci rende stupidi!

Si perché diciamoci la verità ci blocca, ci fa vivere malissimo, ci disorienta!

Importante per gestirla, non è non sentirla, è realizzare che alla base di essa c’è la preoccupazione, ebbene sì, le nostre sacro sante preoccupazioni. Come potremmo vivere senza! Infatti non si deve, esse sono importanti perché ci mettono in guardia, ci fanno comprendere come muoverci meglio nella vita. Certo viste così hanno assunto un aspetto differente dite la verità!

Ci hanno insegnato a viverle male, ecco il problema, ci hanno insegnato che sono negative in assoluto, vi assicuro non è così. Diventando amiche di esse e usandole come bussola è possibile non essere sopraffatte.

Il trucco sta:

  1. Rendersi conto delle proprie preoccupazioni.
  2. Se siamo sopraffatte da esse imparare a distrarsi immediatamente per poi, dopo esserci calmati, applicare queste parole di sua Santità il Dalai Lama.
  3. “Se c’è una soluzione perché ti agiti, se la soluzione non c’è perché ti agiti”.
  4. Se c’è una soluzione trovala!

L’elisir magico altro non è che la DISTRAZIONE: spostare l’attenzione su qualcosa d’altro, per ritrovare l’equilibrio emotivo per poi rimettersi ad analizzare la situazione.

Inutile persistere quando si è sconvolti.

Tristezza

Il famoso “Gol mal star!”: “Ho il male dello stare!”.

La tristezza, la depressione, sono i mostri oscuri dell’umanità, almeno secondo il mio punto di vista.

Le persone in questo stato vivono una vita difficile, impossibile per me anche solo pensarla!

Il vivere male non dona mai serenità, non permette di avere la speranza, e un essere vivente senza speranza non ha un roseo futuro!

La domanda che mi sono sentita fare molte volte nell’arco della mia professione al riguardo è stata:

“Come si fa a venirne fuori?”.

  1. Rendendosi per prima conto che si ha bisogno di aiuto e contemporaneamente rendendosi conto di cosa ci ha ridotti così.
  2. Fermarsi a capire i pensieri negativi che ci sono alla base del vivere tristi, depressi, metterli blu su bianco su un foglio e contemporaneamente per ogni pensiero negativo trovarne uno contrastante e positivo. Per me in questa fase ed anche prima c’è la necessità di affidarsi ad un buona/psicologa/o il quale, la quale sicuramente aiuterà a trovare la strada giusta.
  3. Applicarsi a sviluppare un pensiero positivo.

In alcuni casi la tristezza, la depressione, sono dettate da fattori biochimici, io consiglio sempre analisi specifiche fatte da un buon Neurologo.

Rabbia-Aggressività

Vivere arrabbiati, per me è una piaga: dopo le cavallette d’Egitto, ecco la rabbia.

Rabbia:

irritazione violenta, spesso incontrollata, provocata da gravi offese, contrarietà, o delusioni; oppure sorda e contenuta, dovuta a sdegno disprezzo, senso d’impotenza o anche di invidia.

In questa definizione penso sia racchiuso un po’ tutto.

Aggressivo:

persona che tende ad aggredire anche solo con atteggiamenti.

Vivere così vi assicuro è uno strazio!

Come si fa a venirne fuori?

  1. Rendersi conto di essere arrabbiati e aggressivi, impariamo a comprendere cosa è che ci fa arrabbiare, ed evitiamola.
    Si avete letto bene Evitiamola. Se sappiamo che certi discorsi con certe persone ci fanno arrabbiare, smettiamola di farli. Se proprio quelle persone non potete evitarle completamente potete benissimo evitare i discorsi che vi fanno arrabbiare, trovate in sostanza argomenti nuovi e diversi da poter avere con loro.
  2. Rendersi conto che la rabbia si auto alimenta e quindi quando ci accorgiamo che siamo arrabbiati immediatamente distrarsi e non perdurare a pensare perché siamo arrabbiati.
  3. Lavorare sulla carta dei diritti che troverete all’allegato1, vi assicuro che se la fate vostra vi ‘incacchierete’ di meno.
  4. Uscire dalla stanza quando iniziate a percepire la rabbia, sempre con gentilezza, ma uscite, raggiungete un posto tranquillo, respirate dalla pancia e dopo esservi calmati riflettete sulla carta dei diritti.
  5. Evitare l’altro non è possibile?
    Riflettete sulla carta dei diritti ancor prima di innervosirvi. In sostanza imparate a capire quando incominciate a infastidirvi e lì ripensate alla carta dei diritti, vi assicuro che con me funziona benissimo, per cui non vedo motivo che non funzioni per voi, è solo una questione di abitudini.
  6. Sviluppare e far diventare uno stato quo emozioni quali gentilezza, comprensione, solarità, dolcezza, amorevolezza, ecc.

Articolo della Dott.ssa Psicologa FedericaCurzi

Assertività e funzioni cognitive : svelato l’arcano

Funzioni cognitive, due parole che se prese da sole già hanno in sé un che di misterioso, metterle insieme, al mistero aggiungerei l’arcano.

Ricordo che quando mi iscrissi alla facoltà di psicologia, la motivazione alla base, oltre al mio splendido modo di essere incasinatissima, era cercare di comprendere, svelare, parole come inconscio, meccanismi di difesa. Allora Freud andava alla grande in tutte le librerie!

Poi approdo fra i banchi e per la prima volta incominciò a risuonare nelle mie orecchie e subito dopo nel mio cervello la parola cognitivo.

Diconsi (per chi ha letto qualche altro mio articolo oramai avrà svelato che è una parola che amo molto. Diconsi, lo diceva sempre una mia ex insegnante di matematica donna unica, sia nel suo straordinario modo di insegnare, che nella sua dolcezza mista ad autorità) cognitivo:

sensazioni, percezioni, emozioni, ricordi, insomma tutto quello che ci passa per la testa.

La mia definizione è una semplificazione, ma rende perfettamente l’idea.

L’assertivo è colui che con l’esperienza e la motivazione giusta, cioè quella di voler vivere più sereno, sempre nel rispetto dell’altro, utilizza le proprie funzioni cognitive in modo positivo, salutare.

Mi spiego meglio.

Siamo noi con il nostro meraviglioso cervello a generare i pensieri, le nostre azioni, comportamenti.

A seconda di come pensiamo, viviamo la vita.

Se utilizziamo la meravigliosa rete neurale e sinapsi del nostro cervello per vedere il mondo in modo positivo alla sera saremo più rilassati, sereni e alla mattina saremo entusiasti di iniziare un’altra meravigliosa giornata, una giornata che ci porterà a crescere e ad apprendere nuove cose, a prescindere se piove, nevica o c’è il sole.

Se invece utilizziamo il nostro cervello per generare pensieri “negativi”, concentrandoci, per esempio, nel vedere le cose come solo rotture di scatole che servono solo per appesantirci piuttosto che per crescere, allora le nostre serate e risvegli saranno sicuramente differenti.

Ebbene sì, siamo noi a decidere come trasformare le informazioni che arrivano al nostro cervello dai cinque sensi.

(Dilan Dog, personaggio dei fumetti che mi ha accompagnato per tutta l’università, direbbe: sei sensi e mezzo!).

Siamo noi che è importante diventiamo bravi a generare pensieri positivi, produttivi, piuttosto che negativi, distruttivi, anche qui dipende da cosa volete dalla vostra vita, , se siete dei “masochisti” allora ben vengano pensieri distruttivi, sarete sicuramente più sereni così.

Studiando, studiando, ho scoperto che al giorno possiamo creare più di cinquanta mila pensieri, ve lo scrivo anche con i numeri, perché per me fa più effetto, forse anche in voi, 50000 pensieri.

Proprio riflettendo su ciò, ho creato questo termine: “ Frullatore mentale” .

Diconsi, da me, “Frullatore mentale”: la mia testa, quando abbandonata a se stessa, senza redini, incomincia a generare pensieri negativi uno dietro l’altro.

Vi assicuro una confusione e un rumore assordante!

Come riuscire a vivere bene con un frullatore sempre acceso in testa, più o meno veloce, ma sempre acceso?

Io non ci riuscivo e voi?

Cosi stanca e sorda, soprattutto verso le cose buone della vita, ho incominciato a ‘rompermi’ di vivere nel caos e ho incominciato ad analizzare su cosa potevo fare per stare bene, bene… , no meglio!.

Ed ecco che sono giunta ai seguenti antidoti per neutralizzare il caos:

(in realtà, alle seguenti conclusioni non ci sono arrivata da sola, ma accompagnata dalle persone e libri che ho incontrato nella mia vita):

1) Incominciare a riflettere che i pensieri entrano da soli in testa, non c’è un modo per bloccarli, nemmeno con elmetti di ferro più o meno collaudati.

I pensieri arrivano, ma noi possiamo, una volta arrivati, cambiarli con altri positivi. Qui devo ringraziare un ragazzo, grande amante del cantante Vasco, che anni fa passò molto del suo tempo a riflettere con me su ciò e su come uscire fuori dal frullatore mentale, in realtà oggi sarà diventato un uomo!

Il domandone ora, per chi abbia dimenticato casa voglia dire essere sorridente e allegro, è:

 I pensieri positivi quali sono? Sono tutti quei pensieri che ci fanno stare bene. A questo punto è importante scrivete su un foglio i vostri pensieri positivi e appena avvertite uno negativo sostituirlo immediatamente con un altro della vostra lista.

2) Anni fa, mi imbattei in uno scritto misterioso e interessante, dove, dopo aver criptato la scrittura, riuscii a comprendere che ci sono degli errori cognitivi che tutti noi più o meno commettiamo.

Diconsi errori cognitivi, modi di pensare inesatti, essi sono la conseguenza del fatto che siamo degli esseri umani e che come tali abbiamo dei limiti.

Grande notizia per me è stata questa, mi ha fatto sentire normale. Pensateci un attimo, abbiamo dei limiti, che bello non siamo difettosi di fabbrica, è semplicemente che siamo cosi!

Essi sono:

  • Tendiamo sempre ad utilizzare le soluzioni che abbiamo utilizzato nel passato per risolvere i ‘casini’ del presente, anche quando non sono adeguate.
  • Tendiamo a non usare la logica per comprendere se una cosa che abbiamo di fronte è vera o falsa. Oh meglio, tendiamo ad utilizzare la nostra logica e non la logica assoluta, che in ogni caso tendo a pensare non esista!
    Due cose ovviamente differenti.
    Continuando poi a sostenere che la nostra logica è quella assoluta!
  • Non siamo abituati ad usare la fantasia, l’immaginazione. Più cresciamo con l’età e più la maggior parte di noi cosi detti adulti, utilizza solo i ragionamenti dettati dall’esperienza. La fantasia, l’immaginazione, i sogni, sono queste anche le cose che ci tengono in vita più entusiasti, che diamine di fine facciamo fare a queste qualità meravigliose!!!! Tendiamo, penso anche un po’ per invidia, a bloccare anche i nostri bambini, a non dar loro l’incoraggiamento sufficiente per farli continuare a sognare e di conseguenza creare anche da adulti. Cerchiamo di costringerli e in molti casi ce la facciamo, basta guardare noi adulti, ad indossare subito l’abito del concreto, del fare e basta. Penso sia importante nutrire la loro creatività, la loro fantasia, insegnandogli a realizzare quello che pensano. Mi fermo spesso a guardare e sentire mio figlio, ha mille idee, mille progetti, riguardanti il costruire cose, fare disegni, la sola cosa che gli dico sempre è “Metti in pratica quello che hai in mente”. E lui: “Ma secondo te è possibile farlo”,  ed io: “Prova e lo scopriremo”. Penso che ognuno di noi, a qualsiasi età, abbia la capacità di sedersi e fantasticare, creare pensieri astratti, soluzioni ingegnose, anche se poi non funzionano al primo colpo pratico.
  • Tendiamo a fare in modo di convalidare le nostre teorie. Esse ci risultano, così facendo, sempre vere in assoluto. Ovvio, ci concentriamo a notare solo quello che ce le confermano, piuttosto che i dati che ce le scon-fermano.
    Un esempio?
    Ho una pianta di fronte a me, la guardo e noto che incomincia ad afflosciarsi, ingiallire, concludo: sta morendo!
    Cosa faccio? Niente, perché quando continuo a guardarla, nei giorni a venire, continuo a notare solo le foglie più ingiallite fino a quando, confermo la mia teoria e lei, senza cure, passa a miglior vita!
    La stessa pianta, con le stesse difficoltà, ma io la guardo e mi soffermo sulle solo due foglioline verdi e dico: ce la può fare, taglio le foglie secche, prendo il concime giusto, cambio il vaso e la terra.
    La pianta è sempre fuori nel mio balcone, che mi sorride tutte le volte che la guardo!
  • Tendiamo a soffermarci su una sola soluzione di un dilemma e tendiamo a continuare  a usarla anche se la situazione difficile da risolvere, dopo applicata,  non è superata.
    Facendo così non comprendiamo il vero senso della situazione da   risolvere.
  • Alcuni di noi, tendono a non guardare nel passato per vedere se la situazione da risolvere oggi, possa essere risolta utilizzando strategie usate anche nel passato.
  • Possiamo pensare a solo una cosa alla volta. Questa secondo me è una virtù non un limite.
    Respiriamo un attimo (fatto?), ora fermiamoci a pensare a solo una cosa alla volta, è più rilassante di mille pensieri uno dietro l’altro.
  • Ebbene si, si può fare bene solo una cosa alla volta.

Riflettiamo adesso per una attimo su quanto sopra letto, fatto?

Io quando lo faccio trovo giovamento perché:

  1. Ho i miei pensieri antidoti, cioè pensieri positivi che uso sistematicamente per contrastare quelli negativi. Alla comparsa di un pensiero negativo lo prendo per mano e con un bel sorriso lo sostituisco con un altro simile ma al contrario.
  2. Quando mi trovo di fronte a qualcosa che è meglio che camprendo se è vera o falsa , mi obbligo, ad essere  ‘logica’  nella valutazione. Prima di fare questo mi sono documentata su cosa volesse dire usare la logica. Ora invito anche voi a farlo, documentatevi, ogni volta che iniziate a vivere male concentratevi a studiare cosa sia usare la logica, così almeno sostituite un pensiero negativo con uno costruttivo.
  3. Prendo le lego di mio figlio e incomincio a costruire città o macchine o piccoli robot, il trucco sta nel farlo senza utilizzare i fogliettini illustrativi ovviamente. (che in ogni caso sono di una complicatezza sconcertante). Fare oggi  cos’, fare domani così, sento che piano piano la mia fantasia, creatività, stanno riprendendo vita e respiro. Per non dimenticare la quantità sfolgorante di castelli di sabbia fatti questa estate!
  4. L’esempio della pianta delle precedenti parole penso sia esaustivo. Vi assicuro che la pianta ce l’ho veramente, è una specie di palmetta, è proprio di fronte a me, fuori dal balcone e mi ricorda tutti i giorni che sta a me concentrarmi sulle cose buone e che dal buono nasce il buono e se proprio non c’è speranza ho lottato fino alla fine (I miei gerani proprio non riprendono, ma non è detta l’ultima parola o meglio la prossima primavera!).
  5. Quando mi trovo in stallo in una situazione che è importante risolvere, mi soffermo e chiedo i pareri di alcune persone per me molto fidate.
    Vi assicuro che parlando con loro, la mia testa si apre (ovviamente metaforicamente) ed incomincio a vedere altre soluzioni. Sennò mi rifaccio al solito detto, che ho fatto mio in assoluto, di Sua Santità il Dalai Lama :
    “Personalmente … trovo utile pensare che se la situazione o il problema è tale da consentirci di trovare una soluzione, non ha senso preoccuparsene. Se poi non esiste via d’uscita, se non vi è possibilità né modo di trovarvi un rimedio, non ha senso preoccuparsene, perché in ogni caso non c’è sbocco”.
    Ma almeno ho aperto la mente.
  6. Mi soffermo spesso a vedere se dalle esperienze del mio passato ci sia qualcosa che mi possa essere utile oggi per vivere meglio e risolvere qualche en pass
    “Errare è umano ma perseverare è diabolico” suggerisce non a caso uno dei nostri proverbi.
  7. Oggi ho imparato a fare e pensare a una cosa alla volta e vi assicuro che la mia qualità della vita è molto migliorata.

Esempio:

Mi alzo presto alla mattina perché così ho tutto lo spazio e soprattutto il silenzio per scrivere, pensare. Prima cercavo di farlo durante il giorno quando mio figlio era sveglio con la conseguenza di essere interrotta mille e una volta.

Ora quando lui dorme faccio le mie cose e quando è sveglio costruisco città con le lego, disegno (ci provo), coloro, gioco a monopoli e a fila fila quattro, faccio origami e castelli di sabbia.

Per chi ci proverà Buon lavoro.

Dott.ssa

Federica Curzi

Assertività e positività: connubio perfetto

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UNIDICI PICCOLI PASSI PER MIGLIORARE SE STESSI

Cosa sia la positività e come si possa vivere una vita felice è stato ed è un mio pensiero fisso degli ultimi 10 anni.

Ho associato e continuo ad associare molto spesso, diciamoci la verità, sempre, felicità alla parola assertività.

Sono giunta alla conclusione che assertivo e pensiero felice siano inseparabili.

Per me è fondamentale sviluppare una voglia infrenabile ad essere felice nelle persone prima di iniziare un percorso Assertivo.

Diconsi Assertivo colui che vive la vita consapevole delle proprie idee, del proprio modo di essere e di agire nel mondo. Essere assertivo vuol dire essere consapevole di sè e degli altri, rispettoso di se stesso e allo stesso tempo delle altre persone, positivo e con una buona capacità comunicativa e una forte serenità di fondo.

Il cambiamento, la voglia di crescere di migliorarsi, è vero che spesso si attiva dalla sofferenza, come dal disagio interno dovuto a come siamo diventati vivendo la nostra vita, ma viene assolutamente alimentato, vissuto e realizzato dalla nascita in noi della positività, della consapevolezza di voler essere finalmente persone felici.

All’inizio della mia avventura nel mondo felicità ho avuto il piacere di leggere “Le istruzioni per essere infelice” di P. Watzlawick, ho trovato assolutamente geniale  l’idea, che oggi come allora condivido appieno, di dare suggerimenti per essere infelici, perché la maggior parte di noi mira proprio a questo, alla infelicità.

Quindi una lista accurata delle cose da fare per esserlo mi è sembrata una cosa perfetta.

Ho letto il libro ridendo come una pazza tutto il tempo perché, annunciazione, le cose suggerite da Watzlawick le facevo già ed anche bene. Così la mia infelicità cronica a quel punto era certificata.

Ma a parte l’autoironia vi assicuro che rendersi conto di quanto stiamo facendo per essere infelici è veramente il primo passo per fare un patto con noi stessi, un patto dove la domanda da porsi per vivere sereni verso felici non è: Sto facendo la cosa giusta? Ma:

 Qual è la cosa che mi renderebbe felice?

Ad ogni bivio della vita, ad ogni domanda che ci poniamo dalla più semplice (Cosa mangio oggi?) alla più complessa (Da che parte vado?, Che cosa faccio adesso?) la domanda da porsi e qui non a caso mi ripeto è: Ma qual è la cosa che mi renderebbe felice?

Felice in queste pagine per me è il sinonimo di sereno, la felicità intesa qui è una felicità non momentanea, non da confondere con il piacere che si consuma in un attimo, ma è uno stato duraturo.

Allora a questo punto non ci resta che chiederci:

“Voglio essere veramente felice o essere e rimanere un masochista cronico?”

(Diconsi qui masochista cronico, colui che è felice nella sofferenza, nelle insoddisfazioni e nelle lamentele).

Qualunque sia la vostra risposta la differenza è di seguire i seguenti suggerimenti o farli al contrario:

Piccolo Bignami della felicità

1) Pensa in termini di comportamento.

Cosa intendo?

Intendo smetterla con il farsi 1000 frullatori mentali (1000 pensieri negativi e dannosi). Concentriamoci invece semplicemente sugli atteggiamenti,  comportamenti nostri e degli altri. Non mettersi a fantasticare sui motivi e sui perché gli individui si comportino in un modo o in un altro. Piuttosto concentriamoci su quello che facciamo, su quello che gli altri fanno, senza darci 1000 spiegazioni fantasiose, sempre solo nostre e sempre solo fantasie sul perché l’altro non ci abbia detto ciao.

Non ce l’ha detto punto!

2) Pensa a risolvere i “problemi”.

Riflettere tutti i giorni su queste parole dette da Sua Santità il Dalai Lama:

“Se la situazione o il problema è tale da consentirci di trovare una soluzione, non ha senso preoccuparsene. Se poi non esiste via d’uscita, se non vi è né possibilità né modo di trovare un rimedio, non ha senso preoccuparsi, perché in ogni caso non c’è sbocco.”

Se c’è un rimedio è importante trovare l’azione giusta da fare. Ebbene sì, azione giusta da fare, cioè mettere in pratica quello che si è pensato per trovare una soluzione e non pensare e poi non fare niente!

3) Pensa in termini positivi.

Se proprio dobbiamo pensare, pensiamo in termini positivi.

Per chiunque abbia oramai dimenticato le parole positive, esse sono: bello/a, simpatico/a, bravo/a, grazioso/a (parola che trovo speciale, parola utilizzata molto spesso da una mia cara amica, grazie di avermela suggerita!), divertente, intelligente e più ne ha più ne usi.

Se proprio dobbiamo aprir bocca e dare aria ai polmoni facciamolo usando parole positive, buone, parole che lasciano gli altri bene, in armonia con loro e con noi.

Vi sorprenderete quanto possa far bene a noi e agli altri usare parole gentili, rassicuranti. Il mondo intorno a noi improvvisamente assumerà una connotazione solare, gioiosa.

4) Pensa a piccoli passi

Avere in mente un obiettivo per il futuro è importante, ma è altrettanto importante svolgere una piccola azione alla volta  per raggiungerlo. Sono qui a scrivere punto per punto per finire l’articolo. Se dovessi fermarmi e pensare in generale a cosa scrivere e non scrivessi passo per passo i punti, tutto mi sembrerebbe confuso e pesante, invece così sono già a buon punto per la fine.

5) Pensa in modo flessibile.

Il mondo non è bianco e nero, ebbene sì l’arcobaleno è  presente nel mondo per ricordarcelo!  Sostenere che le persone sono buone o cattive, che una cosa va bene o male rende la nostra vita molto statica, precisa, vincolante.

Vi svelo un segreto anche nella strega di Biancaneve probabilmente c’era del buono, è che lo scrittore l’ha voluta cattiva e basta e lei è rimasta bloccata sul ruolo datogli, così vincolante. Il bello della nuova serie televisiva “C’era una volta” è proprio quello di ridisegnare i personaggi delle fiabe, né completamente cattivi né completamente buoni e così ecco comparire la strega cattiva piena di buoni propositi e una Biancaneve con un lato oscuro, vi assicuro che nella vita vera tutti possiedono più di una sfaccettatura nella loro

‘personalità’.

6) Pensa al presente per migliorare il futuro.

Per cambiare il nostro futuro è necessario agire nel presente. Avete letto bene agire e non solo pensare di agire.

Sono dei giorni che continuo a lamentarmi, per fortuna più con me stessa che con gli altri, che non stò scrivendo nemmeno una parola, fino a quando, il mio meraviglioso compagno, mi ha ricordato: “Smettila di pensare di scrivere, scrivi!” ed eccomi qui. Così ora scrivendo sto cambiando il mio futuro, da mesi futuri di pigrizia senza risultati, a articoli scritti, progetti finiti e libro prossimo in elaborazione e poi finito.

7) Pensa ad aumentare la tua autostima

Ripetersi ogni giorno nel seguente ordine:

Buon giorno, come stai magnifica creatura?

Vali moltissimo in quanto già un essere vivente. In te sono già presenti tutte le capacità per vivere bene e felice, non devi cercarle fuori ma dentro di te.

Sei così come sei speciale e unico/a con tutte le caratteristiche che ti appartengono. Da ora in poi i pensieri che avrai, nei tuoi confronti, saranno solo buoni e propositivi. (Se riesci ad avere solo pensieri buoni e propositivi anche verso gli altri, Wuau sei proprio oltre!)

Oggi amati, coccolati e spendi il tuo tempo a renderti felice

(ovvio nel rispetto del prossimo).

Concentrati sulle tue capacità positive e migliora le tue già presenti qualità.

Ammetti a te stesso i tuoi limiti, senza darti addosso, tutti ce li hanno, non solo tu, si può comunque vivere bene e credere in noi stessi ugualmente. (Ve lo assicuro)

Per magia, se farai tutto questo in giornata, questa sera, quando andrai a dormire, la tua autostima sarà aumentata sicuramente. Ricordati fai una lista delle cose che non ti riescono bene e ogni giorno fanne una, inizia con quella in cui ti senti più sicura. Ti svelo un segreto, qualcuno narrò che per fare una cosa fatta bene bisogna farla per 10 volte, io applico questa regola e adesso sono molto più brava nel fare le cose.

8) Impara ad amarti.

Ripetersi ogni giorno

Io mi amo, amo il mio modo di fare la mia voglia di imparare, di sbagliare e rifare, amo farmi le coccole e soprattutto amo il mio nome anche fosse il nome più comune del mondo. Da ora in poi mi rivolgerò solo parole positive e rassicuranti. Stop ad ogni pensiero negativo verso i miei confronti.

9) Pensa in modo creativo

Nel mio caso, siediti e scrivi, ma va bene anche siediti e disegna, siediti e coltiva le piante, siediti e raccogli le conchiglie (bhé qui è pi’ adatto cammina e raccogli le conchiglie), insomma prenditi il tempo per usare la fantasia, una fantasia fatta di mille colori e non di mille recriminazioni e odio.

10) Pensa a come ridere e quando piangere.

Leggiamo libri allegri, le barzellette, frequentiamo persone allegre, vediamo film pieni di allegria di cose buone, dopo il telegiornale suggerirei programmi come “Modern family o per intenderci programmi con i grandi Sandra e Raimondo Mondaini.

Qualche volta se ce ne è bisogno un buon pianto fa bene, ma diamo un tempo alla tristezza, al pianto e tutto il resto vviamolo come faceva il mio grande nonno cantando, facendo cruciverba e leggendo.

11) Pensa a cosa ti rende felice nel rispetto degli altri.

Scriviamo su un foglio delle cose, attività che ci fanno stare bene nel rispetto degli altri e facciamone almeno 3 al giorno. Non cominciamo con il dirci: “non ho tempo”.

 Ritagliamocelo! il Tempo!, tutte le persone che vivono bene lo fanno, se ci riescono loro è ora che ci chiediamo come mai non ci riusciamo noi!

Articolo della Dott.ssa Federica Curzi

Assertività e serenità due facce della stessa medaglia

Sostengo da qualche tempo che l’assertività sia una abilità fondamentale per vivere sereni la nostra vita e che di conseguenza senza una serenità interiore non sia possibile sviluppare tale abilità.

Ma allora quale è la causa e quale è l’effetto?

Se si vede il mondo in un ottica dualista potremmo discutere sulla soluzione all’infinito.

Ma se si percepisce il mondo come una costante interazione fra fattori, ecco che l’assertività e la serenità interagiscono fra di loro per aumentare in modo positivo la nostra qualità della vita.

“Qualità della vita”, parole semplici da scrivere, ma difficili da interpretare.

Ognuno di noi da un significato differente a queste tre parole, del resto un vocabolario unico della lingua italiana lo abbiamo, ma in realtà, è ben risaputo che ognuno di noi interpreta a seconda le proprie idee ed esperienze le parole e le trasforma in propri concetti.

Interessante sarebbe poter chiedere a ciascun lettore cosa intenda per qualità di vita.

Io ultimamente l’ho chiesto alle persone che ho incontrato e dopo un sorriso gentile, con un chiaro sottointeso: “ma quanto stai fuori facendo sté domande”, penso più per cortesia che altro, ho avuto le mie diverse risposte.

Ve ne riporto alcune:

“Stammene tranquillo”, “Vive la vita felice”, “Equilibrio fra soldi, salute” 

“Benessere generale”, “Vivere bene” …

Sono giunta alla conclusione che per migliorare la vita di ogni singola persona sia importante comprendere cosa quella persona vuole veramente dalla sua di vita e trovare il modo di o realizzare i suoi pensieri, o con un ragionamento socratico fare in modo che essa rivisiti il suo concetto di vita puntando l’attenzione su cosa sia una vera sana e consapevole qualità di vita.

Parto dal presupposto che un ottima qualità di vita voglia sotto intendere benessere e che benessere in realtà voglia dire ben-essere: stare bene, o esistere bene e che riflettendoci il ben- essere ha a che vedere con l’essere umano preso in generale.

Ecco che tutto ci riporta a uno stato generale di stare bene che comprende la salute, il lavoro, la vita sociale …  la vita spirituale … E siamo sinceri il benessere è sempre associato a serenità e ad abilità comunicative adeguate e quindi all’assertività e quindi è scontato renderci conto che diventa importante sviluppare sia capacità assertive che una serenità interiore.

Il domandone ora diventa?

Come si può fare ciò? E cioè, Come si può sviluppare serenità e assertività?

Negli anni passati ad insegnare ho riflettuto molto su questo punto insieme ai miei studenti e a dire il vero non solo con loro. Ho interrogato molti libri e soprattutto me stessa. Sono giunta a questa riflessione:

Per prima cosa, per sviluppare serenità e assertività, non scordarsi mai che l’uomo è una creatura caratterizzata da:

  • Un proprio sistema percettivo: Come vedo il mondo? Che lenti a contatto metto per leggere quello che mi succede?
  • Concetto di sè: Chi sono io? La mia autostima a che punto sta? Su e giù come la peperonata?
  • Storia personale: Da dove arrivo, Dove sono nata, cresciuta, Chi sono i miei genitori, ho fratelli? Sorelle? E i miei amici?  … ecc
  • Bisogni e legami affettivi: Che bisogni ho? Dove mi stanno portando? Che persona mi stanno facendo diventare?
  • Formazione intellettuale e culturale: Che scuola ho deciso di frequentare? Che libri ho letto, sto leggendo, Che persone ho incontrato, Che viaggi ho fatto … ecc
  • Valori di riferimento: Che credenze ho, Che principi ho,  Che ideologie ho, Che teoria mi fa agire nel mondo.
  • Motivazioni: Perché mi alzo alla mattina, Perché continuo a fare delle cose invece di altre, Perché amo molto l’azzurro, il panino con la lonza, le sedie a dondolo, il mare, un buon libro e un buon bicchiere di vino.
  • Aspettative: Cosa vorrei diventare da grande, Cosa vorrei dalle persone che mi sono accanto, da quelle che mi sono lontane, dal mio migliore amico, dal mio compagno, figlio, da me.
  • Obiettivi: Cosa voglio dalla mia vita, Dove voglio andare a ‘parare’, Cosa voglio per colazione, dal mio lavoro, dalle persone, Che tipo di macchina voglio.
  • Emozioni: Che emozione o emozioni mi governano, mi appartengono, mi accompagnano tutti i giorni.
  • Memorie: Penso spesso al passato? Ricordo più eventi negativi o positivi, mi racconto in positivo o in negativo.
  • Stili di pensiero: Sono una positiva, una razionale, una creativa.
  • Stili comunicativi: Mordo, scappo o ‘affronto’ la vita in modo gentile, affermativo, in un’unica parola assertivo.
  • Abilità sociali (intelligenza emotiva): Come me la cavo con le emozioni? Le gestisco al meglio o mi lascio prendere dallo tsunami del momento?
  • Come ci mostriamo esteriormente: Come mi vesto, mi trucco, mi pettino, mi mostro in sostanza.

Seconda cosa, tutte queste caratteristiche, per vivere sereni, debbono essere integrate e funzionare come un tutt’uno.

Questo per me vuol dire che ogni caratteristica ogni parte è in sintonia con le altre.

Ed è questo il compito più difficile da attuare.

Quando rifletto su l’essenza degli esseri umani amo pensarli come creature uniche e ognuno per vivere bene dovrebbe trovare il modo di funzionare come un tutt’uno, cioè dovrebbe fare in modo che ogni parte del suo essere sia in sintonia con le altre.

Riflettere su ogni punto sopra scritto e trovare una narrazione unica con tutte le contraddizioni del caso ecco un modo per vivere il quesito.

Conoscersi meglio è fondamentale per ridonarci serenità e capacità di gestire la nostra vita in modo attivo e propositivo, ci permette di percorrere il primo passo per lo sviluppo del pensiero positivo, il primo passo per accrescere la nostra autostima.

Saper gestire il nostro vivere in balia delle emozioni, delle cose che ci accadono che non ci piacciono, saper gestire anche le nostre reazioni agli altri “fastidiosi” per noi, sono tutte abilità che sono possibili da sviluppare seguendo un percorso per sviluppare contemporaneamente assertività e serenità.

La base di tutto questo percorso non mi stancherò mai di affermare a me e agli altri è la gentilezza, la tolleranza e la pazienza (una grande pazienza).

Articolo della Dott.ssa Federica Curzi

Mistero svelato!

…. procedimenti ovvii come un apprendimento sbagliato, deduzioni errate in base a informazioni sbagliate o inadeguate, e scorretta distinzione tra immagine e realtà”

15) Devo trovare sempre una soluzione perfetta, perché essa esiste.

 No dico, ma vi rendete conto dell’assurdità di questa convinzione?

 Soluzione perfetta, ma stiamo scherzando?

 Smettiamola di pensarla così, non esistono soluzioni perfette!

 Esistono cose da fare che ci rendono a lungo termine sereni, oppure no.

 Cosa poi decidiate di scegliere fra essere sereni o sempre incasinati è una vostra libera scelta.

 Per me il libero arbitrio è importante, come è importante poi non rompere i cabasisi (le scatole)

 se non siete felici e contenti.

Le soluzioni che ci rendono sereni, quelle si che rasentano la perfezione!

16) Non posso godermi la vita se ho dei problemi.

Annunciazione, annunciazione, la vita è fatta d’ imprevisti.

Per prima cosa incominciamo a non usare più la parola problema e sostituiamola con situazione da risolvere. Se pensiamo ad un problema già ci mettiamo nella predisposizione del “Oddio adesso come faccio, come faccio ad andare avanti così, succede tutto a me!”, se invece usiamo la Situazione difficile da risolvere il pensiero successivo sarà “Ok cosa posso fare per trovare una soluzione a tutto ciò?”.

Se c’è una soluzione che ti agiti a fare e se una soluzione non c’è che ti agiti a fare! (Parole di Sua santità il Dalai Lama rivisitate un po’ da me, perdonate quindi la licenza poetica!).

17) Non sono mai adeguato a vivere la vita di ogni giorno.

Ma stai scherzando? Pensaci un attimo, respiri, pensi, ti barcameni fra le avversità della vita e sei ancora in piedi e con la voglia di leggere queste parole per poter trovare un modo per star meglio!

Lo devi solo a te stesso/a. Complimenti!

Smettiamola con il continuare a darci addosso perché con il nostro stile, il nostro carattere, le nostre abitudini, siamo arrivati ad oggi. Andiamo già bene così. Con la nostra ansia, incazzature, tristezze.

Pensate un po’ a quanto siamo stati bravi a vivere la nostra vita!

Se poi adesso ti rendi conto che qualcosina la puoi modificare per vivere più sereno, fallo ne hai sicuramente le capacità, perché svegliati, fino ad ora, devi solo a te stesso/a essere arrivato/a fino a qui, e niente non è soleva dire il mio grande nonno.

18) Il passato mi rende infelice nel presente e non ci posso fare niente.

E ce credo se la pensi cosi bella non è.

Informazione urgente, urgente, il passato è passato! Non si possono modificare le cose fatte, ma le cose che dobbiamo ancora fare. Quindi, su le maniche, riflettete su cosa sia necessario FARE per star meglio e fatelo e smettetevela di rompervi le scatole rifugiandovi nel passato e continuando a tormentarvi sulle cose brutte che vi sono successe!

19) Il mio valore si vede da quello che produco con il mio lavoro.

Il nostro valore si vede da come viviamo la vita nel rispetto nostro e degli altri, no da quanto produciamo!

Non ho altro da aggiungere al riguardo!

20) Se vengo criticato, non approvato, rifiutato, maltrattato dalle persone che mi circondano, questo vuol dire che non sono una buona persona e che quindi sono inferiore agli altri e sbagliato.

Non vi viene il sospetto che forse sono gli altri ad essere degli ‘struzzi’?

A parte gli scherzi, che poi tanto scherzi non sono, cambiate amicizie, parenti, il giro sociale!

Certo non possiamo essere assolutamente perfetti, ma di sicuro non è possibile che siamo completamente un disastro umano, forse non siamo in sintonia con le frequenze di chi ci siamo circondati in questo particolare momento! Fermiamoci ogni tanto ad osservarci e con amore  decidiamo cosa sia meglio per noi e cosa no, e questo riguarda anche il nostro modo di porci verso il mondo.

21) Più mi preoccupo e più riuscirò ad evitare problemi perché riuscirò a prevederli e ad avere un controllo maggiore sulle cose che mi possono succedere.

Preoccuparsi in modo eccessivo ci rende stupidi!

In un prossimo articolo mi soffermerò proprio a ragionare su cosa sia e come si può vivere bene con le proprie preoccupazioni.

Articolo della dott.ssa Federica Curzi